Amatrice, quattro anni dopo: ritorneremo

Sono già passati quattro anni dalla prima scossa che rase al suolo Amatrice. Quattro anni difficili in cui il cratere non ha mai cessato di urlare, di mostrare i propri sassi, le proprie ferite. E tre anni e mezzo son passati dal nostro primo viaggio in Centro Italia.

Eravamo in tanti in quel febbraio del 2017 a partire. Non fu un viaggio semplice. Non eravamo capaci, non eravamo probabilmente neppure pronti. Partimmo e tornammo, facendo una promessa ai volontari del WWF che ci accompagnarono (eravamo divisi in piccoli gruppi per coprire più punti possibili) e alla gente che conoscemmo per la prima volta. La promessa che saremmo tornati sino a quando ce ne fosse stato bisogno. Il bisogno poi, con tante famiglie, è diventata amicizia, è diventato un rapporto fortisimo che ci lega agli amici delle frazioni di Amatrice.

Da allora – con Sportfoglio sempre in prima linea – siamo andati altre 14 volte in quelle terre. 14 viaggi per vedere che le cose cambiano di nulla, e molto lentamente. Non ci sono più i cimiteri sventrati, non ci sono più le auto sotto le macerie, non c’è più il via vai di gente, il presidio militare, le mense, Ci sono ancora tanti sassi posati, e paesi abbandonati o presidiati da poche persone che verranno cancellati dal tempo.

Ne conosciamo tanti, e di tanti di quei paesi ci siamo innamorati così come ci siamo innamorati della gente, degli animali, dei luoghi. Quest’anno siamo riusciti a scendere solo una volta, poi il Covid ha stoppato ogni altra possibilità.

Ma, e questa è una promessa, torneremo lì appena riusciremo ad organizzarci. Ormai tra Cremona, Parma e Casalmaggiore (o Martignana che dir si voglia) si è creata una simbiosi in cui ognuno fa il suo e tutti poi si parte. Nei quindici viaggi che abbiamo fatto è stata davvero tanta la gente che abbiamo portato con noi, Tanti che hanno toccato con mano quello che da lontano non si riesce neppure ad immaginare. In quei luoghi, dove uno stato (volutamente anche questa volta con la s minuscola) non c’è, dove poco o nulla si muove, dove tanti muri restano ancora appesi al cielo e tante macerie sono ancora lì dove si sono posate noi continueremo ad andare. Continueremo a portare poco, e a riportare a casa parecchio.

Continueremo a nutrirci del loro coraggio, della loro ospitalità, della loro rabbia, della loro lotta, della loro vita, dei loro occhi, del loro cuore. Non ne possiamo più fare a meno. Abbiamo amici, parenti acquisiti, gente che ci vuole bene e a cui vogliamo un infinito bene. Tra poco ripartirà la raccolta. L’inverno è ormai alle porte e i loro animali hanno bisogno del nostro aiuto, come sempre. Ci stiamo riorganizzando perché poi un viaggio non è mai semplice da mettere in piedi: non abbiamo mezzi a disposizione, dobbiamo trovare materiale, e furgoni, e volontari disposti a farsi due giorni emotivamente molto intensi, tra cose che non vanno, resa, dolore, guerra, lotta, sacrifici.

Sassi, gatti di strada, sguardi rassegnati. Abbracci, gente che ti fa coraggio mentre dovresti farlo tu a loro, nonne che ti chiedono di fermarti almeno per un caffé e dopo che ne hai bevuti 10 trovi lo spazio anche per l’undicesimo. L’intento è ripartire, prima della fine di ottobre. Se qualcuno fosse intenzionato a darci una mano, o ad unirsi al viaggio, l’invito è quello di contattare il gruppo AMICI CENTRO ITALIA su facebook o scriverci, sempre su facebook, al gruppo di sportfoglionews. Abbiamo e come sempre, bisogno di tutti. Amatrice, torneremo presto. Comunque vada, e questa non è una promessa, ma una certezza.

Nazzareno Condina (Foto: Vincenzo Cerati e Nazzareno Condina)

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