VBC, Boselli: “Il futuro? Ci stiamo lavorando”

Il 22 febbraio l’ultima gara disputata: Monza – Casalmaggiore, 3-2 con botta e risposta degno di un big match ma ennesima caduta rosa sul trampolino del salto di qualità. L’8 marzo il rinvio del duello casalingo con Busto Arsizio: da quella data in poi, il volley è diventato un mix di attese snervanti e decisioni polemiche. Cosa resta di un’annata drammaticamente storica e quale futuro attenda la pallavolo di A1 e il team di Casalmaggiore, lo abbiamo chiesto al presidente rosa Massimo Boselli Botturi.

Partiamo da dove ci eravamo lasciati, da un campionato interrotto sul più bello ma con la Vbc fuori dalle zone che contano: ci sarebbe stato ancora margine per raggiungere l’Europa? «Non credo che ce l’avremmo fatta. Alla sesta di campionato, l’ultima disputata da tutte le squadre, eravamo distanti due punti dalla quinta in classifica, Monza, con cui abbiamo giocato perdendo per 3-2 e quindi il divario si allargava ulteriormente. Ma al di là dei punti credo che nelle ultime due stagioni la nostra squadra avesse un “freno” mentale che non ci faceva vincere una partita con le formazioni avanti in classifica e questo per il morale è sconfortante».
È più la preoccupazione per il presente o la delusione per il mancato salto di qualità del recente passato?
«Ora siamo concentrati sul presente e sulla situazione economica terribile che ci lascia il lockdown. Certo, la delusione per il sesto posto nelle ultime due stagioni rimane ma francamente dobbiamo anche essere realisti: i cinque club davanti hanno messo sul piatto budget molto superiori al nostro. Questa non è una ragione sufficiente in quanto la Vbc è sempre stata abituata a lottare con squadre più “costose” e inoltre nell’ultimo biennio non sono certo mancate le giocatrici di valore bensì la mentalità. Avevamo Caterina Bosetti, la migliore posto4 italiana, Mina Popovic, un portento di centrale, Ilaria Spirito, il miglior ricettore, Ana Antonijevic, un buon palleggiatore… ma poi serve la testa per far girare il tutto».

Guardando al futuro, quale orizzonte vede per il prossimo campionato di A1? «Buona parte dei giochi per il prossimo campionato sono stati fatti. Nonostante sia vietato, le prime cinque squadre hanno completato il loro mercato già nel mese di febbraio, mettendo sul piatto tanti soldi. E questo le ha penalizzate dal punto di vista economico in quanto con l’arrivo del Covid-19 i prezzi degli ingaggi sono drasticamente scesi, soprattutto perché le atlete non vogliono più andare nei Paesi dell’Oriente e preferiscono, per ragioni di sicurezza sanitaria, giocare in Europa. Vi è quindi ora una grande offerta, con giocatrici anche di buona qualità tecnica».

Ai nastri di partenza ci sarà anche Casalmaggiore? «È una domanda a cui ancora non posso rispondere. Solo questa settimana la maggior parte delle aziende ha ripreso a lavorare e penso che gli imprenditori abbiano ben altri pensieri che non le sponsorizzazioni. La Vbc al momento non è in grado di sapere di quale budget potrà disporre e senza certezze non possiamo decidere il nostro futuro. Di certo sondiamo il mercato e ci rendiamo conto di quante ottime atlete siano ancora disponibili e ci tengano a venire a giocare a Casalmaggiore, ma per adesso restiamo spettatori».

Personalmente, ha mia pensato di mollare? «Spesso, soprattutto nell’ultima stagione. Alle delusioni per il mancato scatto di carattere della squadra si è unita una “stanchezza” dirigenziale che è lampante. Da 12 anni la Vbc fa pallavolo di alto livello chiedendo a una quarantina di volontari dirigenti sacrifici e tempo. È difficile continuare a trovare le motivazioni ma la nostra società non ha mai avuto dirigenti a tempo pieno (tutti gli altri club hanno personale assunto) ma volontari che hanno sacrificato il loro tempo libero. Se viene meno questa linfa viene meno anche la nostra identità. È un aspetto importante sul quale dovremo impegnarci, al pari con la ricerca degli sponsor».

La Vbc continuerà a giocare a Cremona? «Abbiamo rinnovato la convenzione col comune di Cremona fino a giugno 2021. Ma seguiamo con grande interesse gli sforzi che Viadana sta facendo per dare al territorio un nuovo palazzetto».

Volley mercato, per ora solo addii in Baslenga: ci sarà qualche conferma? «È la nostra storia: prima si chiude col passato e poi si lavora alla costruzione della nuova squadra. Capisco che per i tifosi possa essere stressante leggere di atlete che se ne vanno e nessun nuovo acquisto ma abbiamo sempre fatto così, spettacolarizzando le new entry e portando a Casalmaggiore quasi tutte le nuove arrivate per una presentazione pubblica. Siamo gli unici a fare questo e credo che sia gratificante per le atlete e per i tifosi. Quest’anno, poi, c’è di mezzo l’incertezza per il nostro futuro».

Quando è maturata la decisione di non prolungare il contratto con coach Marco Gaspari? «Quando ho capito che anche quest’anno, con una squadra più forte, non avremmo fatto un salto di qualità. Direi dopo la gara con Monza all’andata».

Marco Bracci, Lorenzo Micelli, Carlo Parisi, Mauro Chiappafreddo: tra questi nomi c’è l’identikit del prossimo allenatore rosa? «Se continueremo, tra questi nomi c’è il futuro allenatore della Vbc».

La pallavolo tra gli sport più a rischio contagio: analisi che condivide? «È sbagliato il metodo con cui è stata effettuata questa valutazione e quindi penso che sia il caso di non perderci tanto tempo in polemiche. Il Politecnico di Torino ha chiesto a ciascuna federazione sportiva di valutare il rischio Coronavirus per la propria disciplina. Ogni federazione ha risposto sulla base di propri parametri e giudizi e così emerge che giocare a volley, dove non c’è contatto fisico tra giocatori, è più pericoloso che giocare a basket o calcio. Ripeto, stava al Politecnico dare giudizi e invece si è affidato alle federazioni e a questo punto i risultati non sono omogenei ma creano solo confusione».

Lo scontro tra Lega Pallavolo Serie A Femminile e Fipav dove porterà? «Una lunga storia di amore-odio che negli ultimi cinque anni, in quanto consigliere di amministrazione di Lega Volley, ho seguito da vicino. Ci sono momenti più di tensione e altri più di armonia. È un rapporto necessario che deve vivere di queste alternanze ed è sbagliato alzare troppo i toni o trovare fantasiose soluzioni, come quella di trasformare la Serie A di volley nella NBA di basket Usa, frutto della non conoscenza delle regole e dell’organizzazione dello sport. A dir la verità sono più preoccupato della situazione che si è creata in Lega col presidente dimissionario e i club di A1 spaccati a causa di una diversa interpretazione sullo stop agli allenamenti e al campionato. La Vbc è sempre stata per la tutela della salute delle atlete e per la fine anticipata della stagione, non ritenendo che vi fossero le condizioni per poter giocare. Una posizione che è stata poi confortata dai decreti governativi».

Simone Arrighi

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