Jojo Rabbit, quel che non ti aspetti…

Titolo: Jojo Rabbit
Interpreti Principali: Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Sam Rockwell, Scarlett Johannson e Rebel Wilson
Regia Di: Taika Waititi
Dal 16 Gennaio al Cinema
Commento: Quando Taika Waititi presentò questo progetto alle grandi case di produzione, non fu facile dato che esse lo considerarono assurdo.
Per fortuna, il regista non abbandonò completamente l’idea del film e, infatti, dopo poco tempo riuscì ad ottenere un contratto con la 20th Century Fox e, da pellicola indipendente, divenne un progetto ufficiale a tutti gli effetti.
Evidentemente, anche la Century vide la grande genialità di questo film che, effettivamente, si potrebbe fraintendere se non lo si va a vedere.
Waititi compie un’impresa già portata a termine da un altro regista che, tra l’altro, è italiano: sto parlando di Roberto Benigni.
I due registi hanno completato una missione non semplicissima: già raccontare il nazismo tramite pellicola non è facile, farlo dal punto di vista di un bambino in chiave ironica è incredibilmente complicato.
Eppure sono sue film molto riusciti.
Il regista neozelandese decide di raccontare la storia di Jojo, un bambino che per non sentirsi escluso dalla gioventù dell’epoca, segue con cieco fanatismo i simboli nazisti e il suo eroe, nonché amico immaginario, Hitler (interpretato dallo stesso Waititi, che ha detto che la responsabilità di questa parte non l’avrebbe presa nessun attore).
Il film ha delle sequenze geniali: si passa da parti ironiche a parti completamente drammatiche e riflessive.
Questa pellicola descrive molto bene, dal punto di vista psicologico, la situazione tedesca nel periodo nazista: è messa in risalto soprattutto l’ignoranza che popolava la Germania riguardo gli ebrei e la guerra.
Un altro aspetto interessante è l’incoscienza che caratterizza Jojo, che altro non è che la metafora di un popolo guidato da colori, da simboli e non da ideologie concrete e solide.
Jojo alza il braccio per fare il saluto, ha il desiderio di andare in guerra, ma in realtà, non sa cosa voglia dire.
La vita del bambino cambia quando scopre che la madre (una Scarlett Johansson in formissima) nasconde in casa Elsa, una ragazza ebrea.
Il bambino comincia, piano piano, a capire che non sono gli ebrei la vera minaccia del mondo e il progetto nazista è solamente un piano folle e autodistruttivo.
Il film è una grande lezione di vita e c’è ancora, per fortuna, qualche regista che riesce a parlare d’amore e di relazioni personali, in un contesto violento e cupo, che rappresenta uno dei periodi più bui nella storia dell’uomo.
Da non perdere: Ad un certo punto, Jojo vuole scrivere un libro sugli ebrei, da condividere con tutti i tedeschi e con il fuhrer in persona, così da poter riconoscere subito i nemici.
Quindi comincia ad intervistare Elsa che, capendo che il bambino avrebbe creduto a tutto, lo prende in giro raccontandogli le meglio fantasie riguardo gli ebrei.
Si crea così una situazione pseudo-divertente, che sottolinea ancora una volta l’ottusità nazista

Lorenzo Frassanito

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