Andrea, ieri e oggi: ti vogliamo bene a prescindere

… la voce rotta dal pianto, la prima grande impresa della sua vita. Dieci anni fa, primo atleta amputato al mondo, Andrea Devicenzi, in vetta al Kardlung (5.602 metri), concluse la Manali Leh, la strada carrozzabile più alta del mondo. Fu una avventura straordinaria. La prima di una lunga serie. Perché la vita gli ha portato via una gamba, non la capacità di credere, di lottare, di spendersi, di arrivare dove vuole arrivare…

… a guardarlo adesso, quel video, mette ancora i brividi. E non solo perché lo conosciamo, non solo perché abbiamo ben presente di che colore sia il suo animo e di quanto grande sia il suo coraggio e il suo cuore. Mette i brividi perché quello per noi comuni mortali è un pugno allo stomaco. Un incitamento, limpido, cristallino, inequivocabile a non arrenderci mai perché c’è sempre una strada da percorrere, un obiettivo da raggiungere, una sfida – piccola o grande che sia – da vincere…

… oggi Andrea è a casa, tra un paio di giorni ripartirà per concludere il suo percorso sulla via Postumia. Gli ultimi 300 km sino a Genova. Piccole tappe, tante persone con cui parlare e sorridere, tanti spazi in più per riflettere. Il vecchio Andrea era quello delle imprese impossibili. Quello un po’ invecchiato di adesso è quello dei cammini, della socialità e delle persone semplici. Ci inorgogliva e ci piaceva l’Andrea di ieri e troviamo straordinariamente umano quello di oggi, che ci piace alla stessa maniera e anche di più…

… auguri campione. Ci riguardiamo il video di quella esaltante impresa. Col magone, oggi come dieci anni fa. Tu sei il nostro campione. Ieri, oggi e sempre. La nostra forza, anche quando sembra mancarci…

N.C.

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